Mauro Pagani 2024 Crêuza de mä in Tour

Mauro Pagani 2024 Crêuza de mä in Tour

Vieni a goderti il tour di Mauro Pagani del 2024 con la sua Crêuza de mä, un’esperienza musicale imperdibile!

Ti aspettiamo al Cinema Garden P.zza Medaglie d’Oro, 2 25047 Darfo Boario Terme

Sono passati quarant’anni dalla pubblicazione dell’album Crêuza de Mä, scritto da Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani.
Mauro ha deciso di salpare per una nuova avventura accompagnato, questa volta, da un equipaggio di 6 musicisti, da una corista e un corista, per riproporre le avvolgenti sonorità, senza tempo e senza spazio, narrate nell’album Crêuza de Mä.

A coronare questo viaggio musicale, non mancheranno, poi, i brani del suo noto e apprezzato repertorio frutto di oltre cinquanta anni di carriera.

Crêuza de Mä compie 40 anni: Fabrizio ed io, lo registrammo nel 1983 e venne pubblicato l’anno successivo. Un album incollocabile nello spazio tempo, sospeso, scevro da tendenze, arcaico, ma sempre attuale. Il mio bisogno, di uomo e di artista, di issare le vele, in questi strani giorni, è incontenibile. Le rotte che, scrivendo l’album, immaginavamo solcate da bastimenti carichi di spezie, oggi sono, nella realtà, una via di fuga, e per molti, troppi, dall’ingiustizia. Il viaggio da capo, dunque e, se possibile, a un volume ancora più alto, perché tutti ci sentano bene…

Buona Musica.

Un Premio Nazionale dedicato a Sergio Staino

Un Premio Nazionale dedicato a Sergio Staino

Premio Nazionale Sergio Staino – Pitoon

prima edizione

Un’iniziativa promossa dal Centro Culturale Teatro Camuno di Breno, con il contributo della Comunità Montana di Valle Camonica e del Gruppo Istituzionale di Coordinamento del sito Unesco, e realizzata in coproduzione con la Fondazione Valle dei Segni. Il Premio è parte del progetto Pitoon – Pitoti in Cartoon, con il contributo della Fondazione Valle dei Segni e gemellato con il Premio Procida Isola di Arturo Elsa Morante e con Rete Mediterranea – Roma.

Il primo luglio aprirà ufficialmente la call del Premio Nazionale Sergio Staino – Pitoon. Una prima edizione dedicata al patrimonio di arte rupestre della Valle Camonica, riconosciuta come primo sito UNESCO in Italia. Durante tutto il mese di luglio illustratori, vignettisti e cartoonist potranno sottoporre all’attenzione della giuria le proprie opere inedite.

Sergio Staino e la Valle Camonica

Sergio Staino – rinomato fumettista, vignettista, giornalista e regista – è scomparso lo scorso 21 ottobre. Alla Valle Camonica lo legava un rapporto sincero e profondo. Per vent’anni, dal 2003 alla morte, Staino non ha mai smesso di celebrare, con il suo tratto sarcastico e autentico, le incisioni rupestri, collaborando generosamente alla promozione del territorio camuno. Staino ha infatti partecipato sia al Festival Dallo Sciamano allo Showman, che al progetto Pitoon, per il quale si è ampiamente prodigato con numerosi workshop, mostre, pubblicazioni ed eventi dedicati. Grazie a Pitoon, il panorama culturale legato all’arte rupestre si è arricchito di una partecipazione vivace, che negli anni ha saputo coinvolgere talenti di tutte le età, contribuendo a lanciare giovani promesse del fumetto e dell’illustrazione.
A seguire, una rassegna dedicata di eventi per celebrare le opere premiate e la figura di Staino.

Il Premio

Il Premio, che nasce qui in sua memoria, vuole consolidare e incentivare lo sguardo con cui Staino sapeva abbracciare la valle e i protagonisti delle sue incisioni preistoriche, affettuosamente noti come “pitoti”. Gli organizzatori del Premio, e il CCTC in primis, auspicano che questo bando contribuisca a stimolare l’arte di creativi senza limiti di nazionalità. Gli unici vincoli imposti ai partecipanti riguardano infatti l’età (il bando si rivolge ad artisti tra i 18 e i 40 anni) e la capacità di produrre opere nuove, sinora inedite (nel rispetto delle indicazioni fornite nel bando). Sempre nell’ottica di favorire l’espressione creativa e l’inclusività verso le varie forme espressive, il Premio prevede due sezioni (è possibile presentare solo un elaborato unicamente sotto l’una o l’altra, pena l’esclusione):

– Sezione Fumetto, vignetta, striscia o illustrazione
– Sezione Cartone animato.

Per ogni sezione si assegneranno al vincitore un premio in denaro (1.000 euro), un soggiorno di tre giorni in Valle Camonica per 2 persone (alla scoperta del patrimonio culturale della Valle dei Segni) e una targa originale di merito. Per partecipare, è necessario caricare il proprio elaborato tramite modulo web (disponibile sul sito dedicato: www.premiostaino-pitoon.it) nel periodo che va da lunedì primo luglio, alle ore 12:00 di mercoledì 31 luglio 2024. La partecipazione è gratuita. Per ogni informazione specifica s’invita a consultare il bando in allegato; laddove si necessitasse di ulteriori chiarimenti, si può fare riferimento all’indirizzo di posta elettronica bando@premiostaino-pitoon.it.

La Giuria

Le opere pervenute verranno valutate da una Giuria tecnica composta da esponenti e personalità del settore e presieduta da ELLEKAPPA, al secolo Laura Pellegrini. Sono membri della Giuria:

Bruna Pinasco Staino, Ilaria e Michele Staino (famiglia Staino),
Sergio Secondiano Sacchi architetto, Direttore artistico del Club Tenco,
Laura Scarpa illustratrice, fumettista, editrice,
Vanna Vinci illustratrice, fumettista,
Joshua Held fumettista e cartoonist,
Bruno Luverà fumettista, giornalista Rai e scrittore,
Cinzia Terlizzi giornalista Rai – settore arte e cultura,
Nini Giacomelli autrice e fondatrice del CCTC Centro Culturale Teatrale Camuno.
Premiazioni ed eventi

Le premiazioni delle opere vincitrici avverranno nella due giorni celebrativa su Sergio Staino, che si terrà in Valle Camonica il 27 e 28 settembre 2024. Questa prevede un programma molto ricco: un convegno, una mostra, spettacoli e concerti dedicati all’indimenticabile Maestro, il grande “Signore di Scandicci”.

Il cartellone completo degli eventi sarà reso noto nella conferenza stampa dedicata al lancio del Festival Dallo Sciamano allo Showman, programmata entro la metà di luglio 2024.

Laboratori artistico creativi 22-23

Laboratori artistico creativi 22-23

Teatro e arti espressive per bambini e ragazzi

Sede CEMETEC – TEATRO SAN GIOVANNI BOSCO ESINE

Direzione artistica BIBI BERTELLI

Per info
teatrocamuno@libero.it 3472788691
angelaspot@live.it 3284773239

CAMUNICAZIONI DI SERVIZIO: NUOVI WORKSHOP gratuiti dedicati ai giovani

CAMUNICAZIONI DI SERVIZIO: NUOVI WORKSHOP gratuiti dedicati ai giovani

Il CCTC presenta due Workshop gratuiti per giovani nell’ambito nell’ambito del Piano Integrato della Cultura “Costruire Valore”.

Lab Shomannati Costruiamo una Canzone

Progetto “Pitoti’s Song” Da un’idea di Nini Giacomelli

Workshop per parolieri, cantautori, musicisti e interpreti condotto da Alessio Lega cantautore, musicista, cantastorie

Breno, Büs del Gess, Maggio| Giugno 2021

Si creeranno, insieme e separatamente, canzoni (parole e musica). In questo primo step si costruirà una canzone con la supervisione del cantautore Alessio Lega. Sono richieste predisposizione musicale, vis poetica e capacità di agire in dinamiche di gruppo mantenendo equilibri collaborativi.
La partecipazione al workshop è gratuita, previa selezione-colloquio motivazionale. Possono partecipare: parolieri, autori, cantautori, interpreti, comunicatori.
Preiscrizioni entro il 31 Maggio 2021

Inventiamo un fumetto, disegniamo una copertina

Workshop a cura di Laura Scarpa autrice, illustratrice, saggista ed editore ComicOut

Sperimentare il fumetto -Disegnare la copertina del CD dei cantautori del Lab Shomannati
Edolo, Edolo Arts 11,12,13 Agosto ore 20-22

La partecipazione al workshop è gratuita, previa selezione-colloquio motivazionale. Possono partecipare alla selezione: studenti di scuole secondarie di secondo grado, universitari, cartoonist, illustratori, grafici, graffitari, operatori della comunicazione con un’età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Preiscrizioni entro il 31 Maggio 2021

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La cultura è una cura

La cultura è una cura

Che cos’è la cultura in tempo di CoVid?

Il 23 febbraio si sono chiuse le scuole, e con le scuole i laboratori teatrali, musicali e di arte in genere. Si sono chiusi teatri e cinema, si sono bloccati i concerti. Con la chiusura dei teatri stabili, che sono la punta dell’iceberg, ha calato le serrande anche tutto il loro indotto, composto da un vastissimo mondo di lavoratori dello spettacolo, in tutte le loro categorie e sottocategorie.
Il mondo della cultura è rimasto sospeso e impaurito. Cinque lunghi mesi senza introiti e, troppo spesso, senza voce.

Ce l’abbiamo messa tutta

In agosto le porte si sono dischiuse, ma non spalancate, e sono rimaste così fino a settembre, tra mascherine, ingressi contingentati e regolamenti che – dagli addetti ai lavori e dagli spettatori – sono stati seguiti con grande scrupolo. Ci abbiamo messo energia, fiducia, lacrime e sangue. Credo di poter dire, senza timore di smentita alcuna, che gli spettacoli al chiuso e all’aperto sono stati un vero esempio virtuoso per un Paese che non ama le regole. Quindi cinema e teatri sono al di sopra di ogni sospetto relativamente alla diffusione del contagio.
Per sopravvivere, ma anche e soprattutto per non lasciare soli i nostri allievi, molti di noi si sono dedicati alle lezioni online, dopo avere faticosamente appreso le necessarie conoscenze e competenze di carattere operativo. I risultati, però, sono stati deludenti. Abbiamo dovuto accettare con amarezza la scarsa collaborazione dei genitori, che, disposti a pagare senza problemi la quota per le lezioni in teatro, non lo sono altrettanto per le lezioni online, benché queste ultime abbiano richiesto ai docenti il triplo del tempo dedicato alle lezioni in presenza.
A settembre, ancora tramortiti ma fiduciosi, abbiamo cominciato a programmare, a piccoli passi, i laboratori nelle sale teatrali, sempre prestando grande attenzione ai regolamenti. Abbiamo tentato timidamente di dare vita a qualche rassegna teatrale e a qualche concerto, pur sapendo che ci sarebbe voluto un miracolo per chiudere il bilancio in pareggio. Con cautela, ma con grande forza d’animo e con tutto il nostro cuore, abbiamo riconquistato un pubblico altrettanto preoccupato e confuso di quanto lo eravamo noi, ma desideroso di bellezza.
Abbiamo cercato di sopravvivere. Abbiamo preso una piccola boccata d’aria ad agosto, abbiamo sperato di respirare un po’ meglio a settembre. Abbiamo azzardato una programmazione, osando persino pensare in previsione dei piccoli mercatini di Natale dei nostri paesi di provincia, dove tutto è più difficile e faticoso, nulla a che vedere con gli eventi delle grandi città. Abbiamo ipotizzato di allestire, in occasione dei mercatini, piccole performance da tenere all’aperto, con cinque o sei repliche pomeridiane della durata di mezz’ora ciascuna, sufficientemente intervallate per consentire al pubblico di distanziarsi e defluire in sicurezza. Volevamo così dar modo ai bambini di sorridere e di riappropriarsi delle fiabe e dei colori del Natale.

Un colpo al cuore

E ora eccoci qui, di fronte a un DPCM che annulla spettacoli e fa saltare programmazioni. Di nuovo il vuoto, di nuovo la paura, se non la certezza di non potercela più fare, anche perché, se il primo lockdown una spiegazione poteva averla, questo secondo confinamento – anche se per ora parziale – è difficilmente accettabile. Le sue modalità appaiono insondabili. Di nuovo senso di smarrimento e di impotenza. Un colpo al cuore.
La sacralità della cultura è ancora una volta offesa, e ancora una volta senza colpa alcuna dei suoi protagonisti. Noi non siamo untori!
Il poco dignitoso spettacolo che il mondo della politica e delle istituzioni mette in scena, sfornando a getto continuo decreti incomprensibili che si superano l’un l’altro, sta scatenando il furor di popolo. E su questo sfondo inquietante noi addetti ai lavori ci sentiamo ancor più feriti per il fatto che, non essendo noi tra le “industrie” che assicurano cospicui appoggi alle campagne elettorali, non essendo un indotto utile, non veniamo enumerati nelle categorie indispensabili. Persino parte della gente comune, in primis chi ha uno stipendio sicuro, pensa che si possa benissimo fare a meno di noi per qualche mese. “Tanto la musica si ascolta in radio e in cd, tanto il cinema si guarda in tv”, si sente dire. Come se lo spettacolo fosse esclusivo appannaggio del grande cantante o del grande attore, come se dietro la parola cultura non ci fosse un indotto di centinaia di migliaia di persone che lavorano con passione, sudore ed energia sul palco e nel retropalco: tecnici, macchinisti, autori, fonici, light designer, costumisti, scenografi, registi, musicisti, fotografi, produttori, organizzatori.
Ci sentiamo sviliti e avviliti. Ridotti ad essere una industria trasparente senza diritti, neppure quello alla dignità. Siamo accomunati con la movida, e con i bar e fast food che ne rappresentano lo sfondo naturale. Niente da dire con tutti loro. Ma anche niente a che fare. Vogliamo quindi rivendicare a gran voce quello che siamo in realtà: una componente fondamentale del settore che si occupa della “salute”. Sì, proprio della salute.
In questi mesi tutti hanno perso qualcosa e molti hanno perso qualcuno. Ora noi stiamo perdendo noi stessi, la nostra stimabilità di persone dedite alla cultura, all’immaginario collettivo, alla bellezza. Tutto questo senza una ragione precisa. Ma perché un museo può restare aperto e un teatro e un cinema no?

Cura, non contagio!

A questo punto dobbiamo rimettere le cose nel loro giusto ordine. È necessario pensare alla cultura affiancandola alla sanità pubblica, considerandola indispensabile al bene e alla salute mentale collettiva. È una cura che non ha controindicazioni, né bugiardini, né improvvisazioni, ma che può dare risultati ottimi. Possibile che a nessun Ministro venga in mente di volgere il proprio sguardo in una diversa prospettiva e capire che la cultura è essa stessa sanità? Che la cultura è essa stessa una cura dello spirito e che si riflette con grandi benefici anche sul corpo?
Noi – teatranti, musicanti, artisti a vario titolo – siamo parti di una piccola panacea che può combattere la depressione da CoVid. Se non si capisce questo, se non si capisce che i provvedimenti annunciati ci stanno riducendo alla fame, se si pensa che la soluzione sia farci chiudere inviando qualche obolo dove e come capita senza un intervento mirato e capillare, si commette un grave errore e si produce una situazione di indigenza dalla quale moltissimi nel settore non riusciranno a rialzarsi.
La cura che noi prestiamo è una cura fatta di note, di parole, di pensieri, di leggerezza e di profondità, che come acqua pura dissetano la mente delle persone e sono di sollievo e di supporto al sano e all’ammalato. È una cura che sostiene le persone dal punto di vista psicologico, aiutandole a traghettarsi fuori da questa tempo buio, contenendone i danni.
Vorrei chiudere questa dolorosa riflessione con un messaggio diretto ai nostri governanti: non vi rendete conto che, chiudendo cinema, teatri e spazi ibridi a vocazione culturale (indipendentemente dal tipo di attività, dai numeri e dalle risposte), soffocate la speranza, la bellezza, il sogno? Chiudendo i teatri, anche quelli all’aperto, mettete a tacere una voce importante della risposta ai danni prodotti dalla paura del contagio. Perché la cultura è cura e non contagio! Ignorate inoltre che con le vostre disposizioni farete finire sulla strada migliaia di persone, di famiglie?
Eravamo preparati ancora a qualche sacrificio ma non a soccombere. Non uccidete la cultura. Senza di essa, non avrete più vita nemmeno voi.

Nini Giacomelli
CENTRO CULTURALE TEATRO CAMUNO